Il supporto psicologico può essere utile per affrontare una crisi temporanea, per favorire una crescita interiore personale, per esigenze di orientamento, per raggiungere una maggiore e migliore consapevolezza di sé, degli altri e del proprio contesto familiare, sentimentale, sociale, lavorativo o scolastico.
Un qualsiasi mutamento
o evento nella propria esistenza (come cambiare lavoro,
sposarsi, crescere, avere dei figli, affrontare una malattia, un lutto, ecc)
può risultare di difficile
elaborazione e superamento. In tal caso una consulenza
psicologica può risultare un benefico supporto ed un aiuto positivo, capace
di sostenere la persona nel momento di disagio fino alla sua attenuazione
e/o scomparsa.
Il supporto psicologico può essere utile per migliorare
e capire la propria parte interna ritrovando un giusto equilibrio in essa e con
il mondo esterno; può essere utile per creare uno spazio, diverso da
quelli della vita di tutti i giorni, dove riferirsi, confidarsi e
confrontarsi.
Lo scopo del sostegno psicologico è quello di rendere la persona consapevole delle proprie risorse e protagonista di
fronte alle infinite possibilità di decidere e gestire la propria esistenza
attraverso nuove modalità più funzionali che gli consentono di
trovare in sè stesso il punto di riferimento per il proprio presente e per le
scelte future.
L’analisi della domanda
Quando una persona, una coppia o una
famiglia richiede un aiuto psicologico, viene aiutata innanzi tutto a capire
e definire chiaramente il proprio problema e i propri bisogni.
Accogliere ed analizzare la prima domanda di aiuto agevola le persone in difficoltà ad avere una visione più chiara delle proprie aree critiche e dei propri punti di forza.
Di solito questa fase di consulenza avviene nei primi tre incontri alla fine dei quali vengono formulate le prime ipotesi diagnostiche individuali e relazionali, che verranno comunque integrate e sviluppate nel corso di tutto l’intervento, per poi elaborare un percorso di sostegno.
Accogliere ed analizzare la prima domanda di aiuto agevola le persone in difficoltà ad avere una visione più chiara delle proprie aree critiche e dei propri punti di forza.
Di solito questa fase di consulenza avviene nei primi tre incontri alla fine dei quali vengono formulate le prime ipotesi diagnostiche individuali e relazionali, che verranno comunque integrate e sviluppate nel corso di tutto l’intervento, per poi elaborare un percorso di sostegno.
Formulare le Ipotesi diagnostiche
individuali e relazionali
I colloqui psicologici che
avvengono nei primi incontri, permettono di sviluppare le prime ipotesi
diagnostiche che consentono di definire gli obiettivi del lavoro terapeutico.
E’ importante che gli obiettivi del percorso siano condivisi dai pazienti, perché il loro impegno e la loro collaborazione è indispensabile al raggiungimento dei risultati.
La formulazione di una ipotesi diagnostica relazionale consente di capire dove si colloca l’individuo nel suo contesto relazionale (coppia, famiglia di origine, famiglia attuale, contesto lavorativo o di studio, amici, società), di osservare i modelli relazionali efficaci e di riconoscere quelli disfunzionali che alimentano il sintomo.
Sarà così possibile lavorare per modificare i modelli relazionali disfunzionali e permettere all’individuo e alla famiglia di raggiungere un più elevato livello di differenziazione, di utilizzare risorse inespresse, di aumentare i gradi di libertà nel funzionamento individuale e relazionale.
E’ importante che gli obiettivi del percorso siano condivisi dai pazienti, perché il loro impegno e la loro collaborazione è indispensabile al raggiungimento dei risultati.
La formulazione di una ipotesi diagnostica relazionale consente di capire dove si colloca l’individuo nel suo contesto relazionale (coppia, famiglia di origine, famiglia attuale, contesto lavorativo o di studio, amici, società), di osservare i modelli relazionali efficaci e di riconoscere quelli disfunzionali che alimentano il sintomo.
Sarà così possibile lavorare per modificare i modelli relazionali disfunzionali e permettere all’individuo e alla famiglia di raggiungere un più elevato livello di differenziazione, di utilizzare risorse inespresse, di aumentare i gradi di libertà nel funzionamento individuale e relazionale.
Percorso di sostegno
Le fasi descritte forniscono la base su
cui costruire il percorso di sostegno.
Attraverso gli elementi raccolti è possibile stabilire la cadenza (bisettimanale, settimanale, quindicinale, mensile) e la durata degli incontri (da un’ora per l’individuale ad un’ora e mezza per le coppie e le famiglie), chi coinvolgere (l’individuo, la coppia, la famiglia) in base agli obiettivi da raggiungere e ai bisogni delle persone in quel momento.
Attraverso gli elementi raccolti è possibile stabilire la cadenza (bisettimanale, settimanale, quindicinale, mensile) e la durata degli incontri (da un’ora per l’individuale ad un’ora e mezza per le coppie e le famiglie), chi coinvolgere (l’individuo, la coppia, la famiglia) in base agli obiettivi da raggiungere e ai bisogni delle persone in quel momento.
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Ghisu
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