Cos'è l'enuresi, la pipì a letto
Si parla di enuresi quando un bambino/a rilascia ripetutamente le proprie urine (pipì) durante le ore diurne o nel sonno nel letto o nei vestiti (da cui il nome che significa urinare dentro).
Questa emissione di urine (pipì) è prevalentemente involontaria ma talvolta avviene anche consapevolmente.
Diagnosi di enuresi o pipì a letto
La diagnosi vera e propria di enuresi si ha quando l’emissione di urine avviene per un periodo di almeno tre mesi con una frequenza di almeno due volte a settimana.
Si
parla comunque di enuresi anche quando ci sono frequenze diverse da
quelle indicate nella situazione in cui l’emissione di urine comporti
conseguenze psicologiche tali da indurre nella vita del bambino una
forte riduzione e compromissione del “normale” funzionamento nelle aree
del rapporto con i coetanei, nella vita scolastica e, più in generale,
nel suo rapporto con gli altri e con il modo esterno Infine si parla
di enuresi quando l’età in cui avvengono le ripetute emissioni di
urine è maggiore di 5 anni e cioè quando normalmente il bambino ha già
imparato a controllare le funzioni corporali.
Nella maggioranza delle situazioni, la pipì a letto
o enuresi è notturna, avvenendo nelle ore di sonno del bambino (spesso
nell’arco delle prime tre ore del sonno notturno). Alcune volte
l’emissione di urine (pipì) è associata a sogni “bagnati”, in cui il
bambino sogna di stare urinando in varie situazioni.
Enuresi diurna
L’enuresi
diurna, invece, è quella che avviene mentre i bambini sono
regolarmente svegli. In genere riguarda più le bambine che i bambini e
raramente si presenta dopo i 9 anni.
Nelle situazioni in cui c’è
pipì (enuresi) diurna lo stimolo ad urinare può sopraggiungere
improvviso ed incontenibile oppure il bambino ritarda e resiste allo
stimolo ad urinare fino ad arrivare poi all’incontinenza con il
rilascio dell’urina.
In alcune di queste situazioni il
trattenimento dell’urina è direttamente collegato alla presenza di un
ansia sociale e quindi alla forte paura di vivere situazioni di
imbarazzo nell’uso del bagno in situazioni comuni per esempio.
Altra
correlazione è quella legata ad un forte coinvolgimento in
determinate attività, coinvolgimento tale che porta il bambino a
posticipare innaturalmente il momento di urinare. Esistono poi
situazioni in cui l’enuresi diurna e quella notturna coesistono.
La sofferenza psicologica nell'enuresi (pipì a letto)
Sebbene
solo l’1% dei bambini che soffrono dell’ enuresi continuano ad avere
il problema dopo l’adolescenza la sofferenza psicologica che vi è
legata può essere di notevole portata.
In particolare il disagio
psicologico provocato dalla pipì a letto (enuresi) è direttamente
collegato alla limitazione dei momenti sociali del bambino. In molte
situazioni porta ad un vero e proprio isolamento sociale.
Molto
forte può essere il senso di vergogna provato e il rifiuto verso
qualsiasi attività che implichi l’uscita dall’ambiente familiare e il
pernotto fuori casa.
Fonte di grande sofferenza nell’enuresi può
anche essere il comportamento derisorio dei coetanei o anche
l’incomprensione, la rabbia e talvolta il disgusto di chi si prende
cura del bambino.
Date queste conseguenze, pur essendo molto
spesso l’enuresi un sintomo temporaneo e trattabile farmacologicamente,
non va per questo sottovalutato.
La presenza dell’enuresi
segnala comunque un disagio psicologico e comprenderne il significato
può prevenire ulteriori più gravi sviluppi o una cronicizzazione.
Pipì a letto e difficoltà
Ad
esempio può segnalare la difficoltà che il bambino sta affrontando
nel gestire importanti cambiamenti nel suo sviluppo come la nascita di
un fratello oppure l’inizio della vita scolastica. Può verificarsi in
presenza di un conflitto nella coppia genitoriale oppure può essere la
conseguenza di una non adeguata e/o tardiva educazione al controllo
degli sfinteri.
Terapia per l'enuresi o pipì a letto
A
conforto di quanto finora detto vi è il fatto che il trattamento
farmacologico ha molto più successo laddove sia associato ad un
trattamento psicoterapeutico spesso non diretto soltanto al bambino ma
anche al nucleo familiare.
Ulteriore attenzione e necessità di
ricorrere ad un aiuto psicologico vi è laddove l’enuresi sia
accompagnata da encopresi (perdita di feci) o attacchi di terrore nel
sonno.
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