La dislessia
è un problema che colpisce circa il 5% della popolazione in età scolare. In
Italia, secondo l’Aid (Associazione Italiana Dislessia) le
persone colpite da dislessia sono 1.500.000, soprattutto maschi, il cui numero
supera di quattro volte quello delle femmine.
Si manifesta solitamente tra i 6 e i 10 anni, età in cui il bambino impara a leggere e a scrivere. Nella lettura e nella scrittura di un bambino dislessico emergono sostituzioni, elisioni, inversioni di lettere e numeri (21 - 12), confusione tra suoni omologhi e nei rapporti spazio temporali (destra-sinistra, ieri-domani...). Può avere difficoltà nell’apprendimento delle tabelline e con i compiti che implicano abilità motorie come allacciarsi le scarpe. È molto lento nella lettura, si ferma a ogni parola, scandendo lettere e sillabe o al contrario è molto veloce, ma non comprende ciò che sta leggendo.
Si manifesta solitamente tra i 6 e i 10 anni, età in cui il bambino impara a leggere e a scrivere. Nella lettura e nella scrittura di un bambino dislessico emergono sostituzioni, elisioni, inversioni di lettere e numeri (21 - 12), confusione tra suoni omologhi e nei rapporti spazio temporali (destra-sinistra, ieri-domani...). Può avere difficoltà nell’apprendimento delle tabelline e con i compiti che implicano abilità motorie come allacciarsi le scarpe. È molto lento nella lettura, si ferma a ogni parola, scandendo lettere e sillabe o al contrario è molto veloce, ma non comprende ciò che sta leggendo.
La disgrafia
(scrittura quasi incomprensibile), la disortografia (difficoltà a scrivere
senza errori ortografici), la discalculia (difficoltà di calcolo) sono fenomeni
quasi sempre associati alla dislessia.
Gli
insegnanti delle scuole elementari e i genitori possono svolgere un ruolo
fondamentale nell’individuazione di questo disturbo per evitare una dolorosa
esperienza di frustrazione e incomprensione nel bambino dislessico, spesso
colpevolizzato per una supposta pigrizia mentale che lo porterebbe a perdere la
fiducia in se stesso e nelle sue capacità. Infatti, secondo una ricerca svolta
da Gabriel Levi, neuropsichiatra infantile dell’Università La Sapienza di Roma, il 40%
dei bambini dislessici soffre di disturbi depressivi. "I genitori non
devono drammatizzare la situazione e l’insegnante, appena constata difficoltà
anomali nell’apprendimento, deve segnararle" avverte Massimo
Molteni, neuropsichiatria infantile presso l’Irccs E. Medea di Bosisio Parini
(Lecco).
Occorrono un
riconoscimento precoce del problema, una diagnosi corretta da parte di esperti
(neuropsichiatri infantili, psicologi, logopedisti) in grado di operare una
rieducazione efficace, un progetto didattico e un sostegno psicologico al
bambino e alla famiglia. Per questo è fondamentale una stretta collaborazione
tra scuola, famiglia, Enti locali e Aziende Sanitarie. Più in fretta si agisce,
infatti, più tempestivamente si possono mettere in atto tecniche di
riabilitazione e compenso, attraverso strumenti compensativi come la riduzione
del carico di attività del bambino a scuola, la sostituzione di prove scritte a
quelle orali, la concessione di più tempo per lo svolgimento di compiti, o
dispensativi come l’uso del computer, di videocassette, registratore.
Recentemente,
a questi metodi, sono stati affiancate nuove tecniche tra cui quella di far
indossare ai bambini una mascherina per limitare il loro campo visivo e quindi
costringerli a puntualizzare meglio la funzione visiva. La dislessia è un
disturbo con caratteristiche ben precise che nulla ha a che vedere con l’intelligenza,
anzi il quoziente intellettivo può anche essere superiore alla media (basti
pensare a "dilessici famosi" come Leonardo ed Einstein) e nulla
impedisce carriere professionali di successo: l’attore Tom Cruise ne è un
esempio.
Ecco un breve
decalogo sulla dislessia.
Eccolo:
- in caso di sospetta dislessia consigliare una consulenza specialistica tempestiva
- coordinarsi con gli operatori sanitari e la famiglia
- incoraggiare sempre il bambino
- non assegnarli incarichi troppo onerosi e fuori dalla sua portata
- concedergli più tempo per rispondere, per leggere per scrivere
- mettere in evidenza le altre capacità che possiede
- concedergli molta attenzione e infondergli fiducia
- non metterlo in imbarazzo davanti alla classe
- non confrontare i suoi risultati con quelli dei compagni
- se necessari usare sussidi e supporti didattici come cassette video audio, cd rom, computer
Nessun commento:
Posta un commento