La funzione genitoriale è quella di educare un bambino fino alla
maturità e all’indipendenza, in modo che egli sia sano. E’ condizione
necessaria alla realizzazione di questo compito la formazione di una
smbiosi sana, seguita da una sua risoluzione che proceda gradualmente e a
un passo proporzionato al funzionamento biologico e sociale del bambino
e alle richieste dell’ambiente in cui il bambino vive.
GENITORIZZAZIONE
Sicuramente la prima responsabilità dei genitori è di proteggere i propri figli dalle minacce fisiche alla loro sopravvivenza e al loro sviluppo sano.
A un primo livello ciò significa
controllare che essi abbiano cibo, calore e riparo. Poiché i bambini
sono per un certo periodo di tempo incapaci di anticipare gli eventi
futuri o di pianificare mete non immediate, i genitori assolvono queste
funzioni in relazione a molti aspetti della salute fisica, quali la
nutrizione, l’esercizio fisico, le cure mediche e dentistivhe.
L’attività dei genitori in quest’ambito sarà incorporata nel Genitore
del figlio sotto forma di messaggi del tipo “Prenditi cura di te stesso”
o “Tu sei importante” e nel Bambino come apprendimento di abitudini.
Man mano che crescono i figli si
assumono crescenti responsabilità per quelle funzioni che richiedono una
pianificazione preliminare, e la realizzazione efficace di queste
funzioni è un’indicazione che essi hanno della loro autonomia e della
consapevolezza del loro valore.
Un’altra responsabilità genitoriale è la
facilitazione del funzionamento sociale dei figli. Durante tutto il
periodo della maturazione esistono delle mete identificabili di
apprendimento socciale che sono le più coerenti con la maturazione
biologica del bambino e con le richieste dell’ambiente sociale. Se
queste mete non vengono raggiunte all’età prescritta, la successiva
consapevolezza di questa mancanza e l’effettiva risoluzione o non
risoluzione del problema, andranno probabilmente a scapito delle risorse
di energie, delle mete evolutive di quel periodo e del senso di essere
OK del bambino.
Gli stati dell’Io di un neonato si
possono visualizzare come spazi vuoti. Tali spazi sono riempiti man mano
che l’infante cresce, osserva e impara. I genitori influenzano in larga
misura il tipo di messaggi, di definizioni e di idee che verranno
incorporati in ogni stato dell’Io. E’ consigliabile che i genitori siano
consapevoli delle mete che essi hanno rispetto ai propri figli e che le
mete siano attentamente vagliate in vista dei requisiti di
funzionamento sano in relazione sia alle richieste interne, sia a quelle
esterne.
Una struttura genitoriale sensata e
coerente è necessaria per fornire un’adeguata protezione, non solo per
il benessere fisico del figlio, ma anche per stabilire un clima in cui
il bambino possa crescere sano, verificare i propri limiti e arrivare a
un massimo sviluppo di sponaneità e creatività. Devono esserci
opportunità per l’intimità, e anche per la separazione, fiducia nella
capacità di risolvere problemi e difucia nell’essere OK degli estranei e
dell’ambiente sociale allargato.
Per ogni bambino è importante incorporare dei messaggi specifici:
1) – puoi risolvere i problemi;2) – puoi pensare;3) – puoi fare le cose.
In ogni stadio sono importanti le carezze.
I bambini hanno bisogno di carezze sia
positive sia negative: alla fine del periodo di simbiosi la somma totale
deve essere a favore di quelle positive, ma durante particolari periodi
può essere appropriata una prevalenza delle negative.
E’ da sottolineare che anche in questi
casi i bambini ottengono carezze positive dall’investimento e
dall’interessamento dei genitori per loro. Dopo il periodo orale è
importante che le carezze diventino in parte condizionali, cioè
riguardanti gli aspetti sia interni, sia esterni del bambino, così da
facilitare la consapevolezza sociale e anche per assicurare che il
figlio abbia una consapevolezza certa della sollecitudine dei suoi
genitori.
Un errore frequente nella
genitorizzazione si determina quando i bambini non ricevono abbastanza
messaggi su “cosa fare”, in quanto è quasi inevitabile che da ciò i
bambini incorporino messaggi sul “non fare”.
In questo caso, possono predere la
capacità di usare questi messaggi in assenza di messaggi prescrittivi
concernenti, quali alternative comportamentali siano socialmente
accettabili. Una esagerazione del non fare, oltre a non facilitare un
funzinamento efficace, può molto probabilmente determinare agitazine.
Una buona regola pratica è che, ogni
qualvolta viene detto ai bambini cosa non fare, venga anche detto loro
cosa fare al posto di ciò che viene vietato. Questo contribuirà a
costruire una fiducia in se stessi in quanto OK e nelle proprie capacità
di risolvere i rpoblemi, stabilirà una struttura per verificare i
propri limiti e insegnerà a pensare.
E’ importante che il genitore sia
potente. I bambini hanno bisogno di icorporare un genitore che faccia
far loro le cose che non vogliono fare e che impedisca loro di fare cose
che non dovrebbero fare. La locuzione “dovresti” ha il solo risultato
di far sì che i bambini si sentano non-Ok, se essi sanno che cosa
“dovrebbero”, ma non sono in grado di farlo.
Durante la crescita, i bambini devono
prendre su di sé la responsabilità di fare la cosa “giusta” e
verificarla facendo la cosa sbagliata. Il genitore deve essere
sufficientemente flessibile da permettere al figlio di usare questo
procediemnto e, quindi, di reagire con le carezze appropriate al caso,
positive o negative.
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