SPORTELLO DI ASCOLTO PSICOLOGICO GRATUITO

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SPORTELLO DI ASCOLTO PSICOLOGICO GRATUITO: Ascolto telefonico e telematico per prevenire/sostenere disagi psicologici Inoltre: prima consultazione in sede gratuita Mail: donatella.ghisu@yahoo.it /telefono: 392 5543431

D.ssa Donatella Ghisu

Psicologa, Counsellor Psicologico e Socio-educativo, Anali Transazionale, Specialista in Psicoterapia Breve Strategica, Psicopedagogista, Specialista in: Disturbi alcol correlati, Chil Abuse, Psicologia forense, Disturbi dell'Apprendimento e del Comportamento, Trainer EMDR. Mi occupo di coppie, adolescenti ed adulti a livello individuale e di gruppo. Sostegno alla genitorialità, agli insegnanti nonché alle aziende pubbliche e private.

sabato 27 novembre 2010

CHE COS’E’ IL BULLISMO? (parte I°)

"Il bullismo è una azione che mira deliberatamente a fare del male o a danneggiare. Spesso è persistente ed è difficile difendersi per coloro che ne sono vittima” (Sharp e Smith, 1995).
L’azione del bullo nei confronti della vittima è compiuta in modo intenzionale e ripetuto. Per parlare di bullismo non è sufficiente quindi che si verifichi un singolo episodio di angheria tra studenti, ma deve instaurarsi una relazione che, cronicizzandosi, crei dei ruoli definiti: il ruolo di colui che le prepotenze le subisce (la vittima) e di chi invece le perpetua (il bullo). Il bullismo implica sempre uno squilibrio in termini di forza: non si dovrebbe perciò usare questo termine quando due compagni, all’incirca della stessa forza fisica o psicologica, litigano o discutono. Per parlare di bullismo è necessario che ci sia un’asimmetria nella relazione”
(Olweus, 1996)

FATTORI CHE QUALIFICANO IL BULLISMO
1. L'INTENZIONALITÀ: il comportamento aggressivo viene messo in atto volontariamente e consapevolmente. ESISTE QUINDI INTENZIONE DI ARRECARE UN DANNO ALL’ALTRO
 2. LA SISTEMATICITÀ: il comportamento aggressivo viene messo in atto più volte e si ripete nel tempo. ESISTE QUINDI PERSISTENZA, CONTINUITÀ NEL TEMPO
 3. L’ASIMMETRIA DI POTERE: tra le parti coinvolte (il bullo e la vittima) esiste una differenza di potere dovuta alla forza fisica, all'età o alla numerosità, quando le aggressioni sono di gruppo. La vittima, in ogni caso, ha difficoltà a difendersi e sperimenta un forte senso di impotenza. ESISTE QUINDI DISEQUILIBRIO, UNA RELAZIONE DI TIPO ASIMMETRICO TRA I SOGGETTI COINVOLTI.

FORME DI BULLISMO
  •    Bullismo diretto: comportamenti in cui viene utilizzata la forza fisica per nuocere all'altro. Ad esempio: picchiare, spingere, fare cadere
  •     Bullismo verbale: comportamenti in cui viene utilizzata la parola per arrecare danno alla vittima. Ad esempio: offese, prese in giro reiterate
  •  Bullismo indiretto: comportamenti che non sono rivolti alla vittima in modo diretto ma che tendono a danneggiarla nelle relazioni con gli altri. Queste modalità spesso risultano poco visibili e portano all'esclusione e all'isolamento della vittima tramite, ad esempio, la diffusione di pettegolezzi e dicerie, l'ostracismo.
 
PREVALENZA DEL BULLISMO nella scuola
 
         NORD EUROPA:
(Olweus 1996; Whitney, Smith 1993)
dal 9% al 27% degli alunni di età compresa tra i 7 e i 16 anni è oggetto di prepotenze all’interno della scuola
          ITALIA:
(Fonzi 1997)
41% nella scuola elementare
26% nella scuola media
         Milano:
(Stop al Bullismo – ASL Città di Milano)
10.000 studenti delle scuole dell’obbligo
 
INCIDENZA DEL BULLISMO  Scuola elementare - STATISTICHE NAZIONALI-
 
PROVINCIA
FONTE
BULLISMO SUBITO
BULLISMO AGITO


maschi
femmine
maschi
femmine
Torino
Fonzi, 1997
35.1%
35.2%
30.4%
24.8%
Bologna
Fonzi, 1997
46.5%
37.1%
34.9%
31.5%
Firenze
Fonzi, 1997
41.0%
50.6%
33.3%
13.5%
Napoli
Fonzi, 1997
50.1%
45.6%
43.6%
31.9%
Cosenza
Fonzi, 1997
21.9%
16.8%
13.8%
6.7%
Palermo
Fonzi, 1997
39.4%
39.6%
26.6%
31.8%
Cagliari
Marini, Mameli, 1999
57.5%
30.7%
42.4%
19.4%
Milano
Stop al Bullismo
51.9%
48.3%
48.5%
39.5%

INCIDENZA DEL BULLISMO
Scuola media - STATISTICHE NAZIONALI-
PROVINCIA
FONTE
BULLISMO SUBITO
BULLISMO AGITO


maschi
femmine
maschi
femmine
Torino
Fonzi, 1997
19.2%
16.5%
21.7%
10.0%
Firenze
Fonzi, 1997
29.2%
31.2%
28.5%
15.1%
Roma
Fonzi, 1997
14.4%
19.4%
20.5%
12.8%
Napoli
Fonzi, 1997
29.6%
32.3%
33.1%
30.3%
Cosenza
Fonzi, 1997
10.6%
16.9%
10.9%
8.4%
Palermo
Fonzi, 1997
17.5%
25.7%
19.9%
20.2%
Milano
Stop al Bullismo
32.0%
29.8%
37.9%
30.9%


INCIDENZA DEL BULLISMO NELLA SCUOLA - STATISTICHE NAZIONALI-
 
RECENTI RICERCHE MOSTRANO CHE
CIRCA IL 50% DEI MINORI ITALIANI 
(ETA’ INTORNO AI 14 ANNI)
HA SUBITO EPISODI DI BULLISMO
DI QUESTI, 
 IL 33% SONO VITTIME RICORRENTI



INCIDENZA DEL BULLISMO NELLA SCUOLA  - STATISTICHE NAZIONALI-


BULLISMO NELLE SCUOLE SUPERIORI:
Tipologia di prepotenze subite
- Valori %
Non c'è nessuno che mi rivolge la parola
3,4
Sono stato offeso per il colore della pelle o per la mia provenienza geografica
5,8
Ho subito furti
6,5
Ho subito danni alle mie cose (oggetti, vestiti, ...)
7,2
Ho ricevuto minacce
10,8
Ho subito dei colpi (pugni, spinte, ...)
16,9
Sono state messe in giro storie sul mio conto
23,4
Ho subito delle offese
30,1
Sono stato preso in giro
41,9
 
 
BULLISMO NELLE SCUOLE SUPERIORI:
Luoghi dove avvengono le prepotenze
- Valori %
Bagni
2,8
Spazi del convitto
3,7
Laboratori
4,5
Mensa interna
4,5
Palestra
5,8
Spogliatoi
7,0
In nessun luogo
12,9
Corridoi
14,4
Cortile
16,8
Aula
27,6
 
INDICATORI DEL BULLO E DELLA VITTIMA A SCUOLA
  •      Gli indicatori primari sono correlati in modo più diretto con la presenza del bullismo
  •      Gli indicatori secondari rivelano anche essi l'esistenza del fenomeno, ma non in maniera altrettanto    forte  
            Quando in un ragazzo sono presenti solo gli indicatori secondari, prima di poter trarre conclusioni definitive, è necessaria una indagine più dettagliata e approfondita.

INDICATORI DELLA POSSIBILE VITTIMA A SCUOLA
 Indicatori primari
I ragazzi “vittima”
* Sono ripetutamente presi in giro in modo in modo pesante, ingiuriati (possono anche avere un soprannome denigratorio), rimproverati, denigrati, messi in ridicolo, intimiditi, umiliati, minacciati, comandati, dominati, sottomessi.
* Sono fatti oggetto di derisione in modo non amichevole.
* Sono aggrediti fisicamente, picchiati, spinti, colpiti con pugni e calci, senza che siano in grado di difendersi in maniera adeguata.
* Sono coinvolti in “litigi” o “scontri” nell'ambito dei quali si dimostrano indifesi e di fronte ai quali tendono a ritirarsi spesso piangendo.
* I loro libri, il loro denaro o altre cose di loro appartenenza vengono presi, danneggiati o sparsi in giro.
* Presentano lividi, ferite, tagli, graffi o vestiti stracciati a cui non si può dare una spiegazione naturale.
 
 
INDICATORI DEL POSSIBILE BULLO A SCUOLA
I possibili bulli sono spesso coloro che, in qualità di attori, mettono in essere le prepotenze sopra descritte come indicatori primari della vittima. Ci riferiamo, in particolare, a quelle classificate “a scuola”. Le richiamiamo di seguito, stavolta nella prospettiva del possibile bullo.

Ricordiamo ancora una volta che questi comportamenti possono essere considerati come “indicatori primari”solo se si ripetono con sufficiente frequenza (diversamente dovranno essere considerati come “indicatori secondari”).

Indicatori
Prendono in giro, ripetutamente ed in modo pesante, rimproverano; intimidiscono, minacciano, ingiuriano, beffeggiano, mettono in ridicolo, comandano a bacchetta, spingono, prendono a pugni, prendono a calci, danneggiano le cose che appartengono agli altri studenti, ecc.
I bulli possono mettere in atto tali comportamenti nei confronti di molti studenti, ma tendono comunque a rivolgersi in particolare agli studenti più deboli e indifesi.

Molti bulli, inoltre, restano dietro le quinte ed inducono alcuni dei loro seguaci a fungere da “manodopera”.
 
CARATTERISTICHE GENERALI DELLA POSSIBILE VITTIMA
I ragazzi “vittima”
* Sono fisicamente più deboli del loro coetanei (ciò si riferisce in particolare i maschi).
* Manifestano particolari preoccupazioni riguardo al proprio corpo: hanno paura di essere feriti o di farsi male; sono fisicamente incapaci nelle attività di gioco, sportive e di lotta; hanno uno scarso coordinamento corporeo (si riferisce in particolare ai maschi).
* Sono cauti, sensibili, tranquilli, riservati, passivi, sottomessi e timidi; piangono facilmente.
 * Sono ansiosi, insicuri, infelici ed abbattuti e hanno un' opinione negativa di se stessi (scarsa autostima). In un certo senso, "segnalano” agli altri che essi sono individui senza valore e inadeguati e che non reagirebbero se venissero attaccati e insultati; condizione questa che li rende dei facili bersagli.
 * Hanno difficoltà ad affermare se stessi nel gruppo dei coetanei, fisicamente,   verbalmente  e in altri modi; sono abitualmente non aggressivi; non prendono in giro e non provocano.
* Spesso si rapportano meglio agli adulti  (genitori, insegnanti) che ai coetanei.
il loro rendimento scolastico è vario  nella scuola elementare, ma, in ogni caso, generalmente si abbassa nella scuola media.

CARATTERISTICHE GENERALI DEL POSSIBILE BULLO
Possono essere fisicamente più forti dei loro compagni di classe e, in particolare, delle loro vittime; possono essere della stessa età o più grandi delle loro vittime; si dimostrano fisicamente capaci nelle attività di gioco,  nello sport e nelle lotte (ciò si riferisce in particolare ai maschi).
* Hanno un  forte bisogno di dominare e sottomettere altri studenti, di affermare se stessi con il potere e la minaccia, di imporre il proprio punto di vista, vantando la propria superiorità sugli altri, reale o immaginaria; presentano un temperamento bollente, si inquietano facilmente, sono impulsivi e hanno una bassa tolleranza alla frustrazione; hanno difficoltà nel rispettare le regole e nel tollerare le contrarietà e i ritardi; tentano di acquisire vantaggi anche con l’inganno.
* Sono oppositivi, insolenti e aggressivi verso gli adulti (compresi insegnanti e genitori) e possono, a volte, spaventarli; sono abili nel tirarsi fuori da situazioni difficili.
* Sono considerati duri e rudi, e mostrano scarsa empatia con gli studenti vittimizzati.
* Non sono ansiosi o insicuri e hanno un’opinione piuttosto positiva di sé (hanno, infatti, un livello di autostima nella media o al di sopra della media).
* In età piuttosto precoce (rispetto ai loro coetanei) prendono parte ad altri comportamenti antisociali tra cui il furto, il vandalismo e l'uso di alcol; frequentano “cattive compagnie”.
 * La loro popolarità può essere nella media, al di sotto o al di sopra di essa. Spesso sono comunque sostenuti da almeno un piccolo numero di coetanei. Nella scuola media gli studenti prevaricatori tendono ad essere meno popolari che nella scuola elementare.
* Il loro rendimento scolastico è vario nella scuola elementare, ma, in ogni caso, generalmente si abbassa nella scuola media. A ciò si accompagna il progressivo delinearsi di un atteggiamento negativo verso la scuola.
IL BULLISMO COME FENOMENO  SOCIALE
MODELLO TEORICO di RIFERIMENTO
Ø      Il bullismo non è un problema individuale ma il risultato di una interazione sociale dove gli adulti educatori e gli spettatori svolgono un ruolo essenziale in quanto mantengono o modificano l’interazione stessa
Ø      IL BULLISMO È UN PRODOTTO SOCIALE

La dinamica del bullismo coinvolge:
- bulli attivi
- bulli passivi (assistenti dei bulli)
- vittime
- difensori delle vittime
- spettatori 
Il “bullo” non è motivato al cambiamento:
- non si percepisce come un soggetto bisognoso di aiuto
- i suoi comportamenti problematici gli permettono di ottenere dei vantaggi immediati
- nel suo repertorio comunicativo ha alcune abilità efficaci
   il bullismo è un problema per gli altri, ma non per il bullo 
L’intervento diretto sulla vittima:
- È utile a fini individuali, ma non riduce il fenomeno del “bullismo”
- Il bullo cercherà un’altra vittima nel medesimo contesto
- Il bullismo non è un problema di singoli studenti ma il risultato di una interazione sociale 

IL BULLISMO COME FENOMENO  SOCIALE: I RUOLI
“RUOLO”:
¨      Atteggiamento che si è fissato nella forma di modello generale di condotta, stabile e ripetuto
¨      Questa caratteristica può favorire lo stabilirsi di ruoli sociali definiti e distinti 
I RUOLI NEL BULLISMO
- Bullo: chi prende attivamente l'iniziativa nel fare prepotenze ai compagni.
- Aiutante: chi agisce in modo prepotente ma come "seguace" del bullo
- Sostenitore: chi rinforza il comportamento del bullo, ridendo, incitandolo o semplicemente stando a guardare
- Difensore: chi prende le difese della vittima consolandola o cercando di far cessare le prepotenze  
 - Esterno: chi non fa niente ed evita il coinvolgimento diretto o indiretto in situazione di prepotenza
- Vittima: chi subisce più spesso le prepotenze 

INTERVENTI POSSIBILI di CONTRASTO AL BULLISMO

a)      INTERVENTI di COMUNITÀ prevenzione primaria
b)      INTERVENTI A SCUOLA realizzazione di una politica contro le prepotenze all’interno del singolo istituto
c)      INTERVENTI NEL GRUPPO CLASSE gli studenti sono coinvolti come classe
d)      INTERVENTI INDIVIDUALI interventi rivolti a singoli studenti prepotenti e vittimizzati

I diversi livelli non si escludono a vicenda e risultano complementari (Menesini 2000)
LA PARTECIPAZIONE

Società
Elezioni -  Media
Decisioni politiche
Forum – Assemblee sui diritti
Scuola
Consigli scolastici – Associazioni studenti – Programmi di insegnamento e studio
Comunità
Gruppi informali – gruppi culturali – associazioni di quartiere –
Programmi istituzionali
Famiglia
Competenze familiari

n      promuovere la partecipazione attiva degli studenti con l’obiettivo di contrastare tempestivamente episodi di prepotenza a scuola
n      Promuovere l’esercizio della democrazia nella scuola per prevenire il bullismo e aumentare i fattori di protezione rispetto a situazioni di disagio e malessere scolastico
            Attivare quindi processi di partecipazione e di responsabilizzazione democratica in quanto il bullismo è pratica di dispotismo e la sua cura consiste nell’esercitare la democrazia attraverso la partecipazione attiva degli alunni alla vita della scuola e della comunità

Progetto Stop al Bullismo:
n      gli adulti educatori e gli spettatori svolgono un ruolo essenziale nel mantenere o modificare l’interazione “bullistica”
n      la continuità dell’intervento è un requisito necessario per ottenere cambiamenti stabili e duraturi
n      la prevenzione e il contrasto del bullismo deve attivare interventi educativi portati avanti dall’intero corpo scolastico e non si può esaurire con l’intervento di un esperto esterno

            Stop al Bullismo si focalizza sul ruolo dell’insegnante:
n      gli insegnanti sono un modello di comportamento per gli studenti
n      gli insegnanti possono condurre interventi educativi con continuità
n      il coinvolgimento degli insegnanti permette l’adattamento dell’intervento alle specifiche esigenze del contesto scolastico 

Sulla base di quanto evidenziato, il modello di intervento offerto da Stop al Bullismo fa notare come non si risolva il problema modificando la personalità del bullo (questa appare essere più una necessità dell’insegnante). Allo stesso modo, intervenire direttamente sulla vittima non produce effetti di riduzione del fenomeno efficaci (Iannaccone, 2001), seppur può essere efficace a fini individuali. La vittima, in questo caso, non sarà più presa di mira ma il bullo ne cercherà presto un’altra nello stesso contesto. Come indica Nicola Iannaccone: “L’insegnante ha il compito di attivare e motivare il gruppo-classe ad agire, rendendolo consapevole e responsabile del suo ruolo nel contrastare e ridurre il fenomeno. Ciò avviene se si migliorano le abilità comunicative introducendo una comunicazione assertiva ed ecologica tra gli alunni e tra alunni e insegnanti. Promuovere una cultura scolastica basata sui valori della democrazia, della legalità e della solidarietà richiede, da parte dell’insegnante, la capacità di cogliere ogni occasione per ribadire i vantaggi dello stare assieme positivamente, sviluppando la competenza sociale in ambito scolastico” (Stop al Bullismo)



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