Premessa
A seconda dei messaggi espliciti e impliciti che
il genitore invia a livello verbale e non verbale quest’ultimo può offrire o un
reale supporto e una facilitazione alla crescita del figlio o il potenziamento
della confusione e del senso di smarrimento nello stesso.
Negli adolescenti che non hanno ricevuto un’adeguata
Protezione e adeguati Permessi per affermare se stessi, da parte delle figure
di riferimento (genitori, educatori, persone importanti per il ragazzo), i
vissuti negativi se non adeguatamente gestiti, possono compromettere lo
sviluppo dell'Autonomia della persona
La comunicazione tra genitore e figlio può
costituire un’occasione di supporto al superamento degli stessi vissuti.
Descrizione
della tappa evolutiva dell’adolescente
L’adolescenza è un periodo del ciclo di vita
dall’esordio e dalla durata variabili, caratterizzato da profonde modificazioni
biologiche, psicologiche e sociali. Allo sviluppo fisico-sessuale si associano
lo sviluppo cognitivo e la ricerca della propria identità sociale in relazione
al futuro ruolo di giovane adulto. In riferimento allo sviluppo cognitivo
Piaget definisce il pensiero dell’adolescente formale o astratto, in
contrapposizione al pensiero infantile concreto: spesso l’adolescente mostra
creatività (che esprime attraverso diverse attività: artistiche, artigianali,
sportive ecc.), capacità concettuale, orientamento al futuro e progettualità.
Secondo Erikson l’adolescente è impegnato nella costruzione della propria identità;
essa avviene grazie al processo di differenziazione dalle figure di riferimento
che lo conduce all’“individuazione” (M. Klein; Menarini; Kohut; Bowlby,
Liotti).
La psicologia relazionale sistemica parla di
periodo dello “svincolo” in riferimento al periodo adolescenziale, per
sottolineare l’aspetto relativo alla separazione dai genitori (Weiss, 1989),
sui quali in passato venivano investite la maggior parte di energie affettive e
i quali venivano presi come modello nei comportamenti, come riferimento
nell’interiorizzazione delle norme e dei valori. A loro si sostituiscono i pari
o altre figure adulte, che spesso il ragazzo frequenta al di fuori del contesto
familiare. Keepers e Babcock (1986) affermano che questa è la fase in cui la
persona sottoscrive e rivede il proprio copione di vita.
L’intellettualismo, l’ascetismo, la scissione,
l’identificazione proiettiva sono i meccanismi di difesa maggiormente
utilizzati dall’adolescente per difendersi dagli impulsi sessuali e aggressivi
(Anna Freud). Mediante i primi due il ragazzo manifesta interesse per le idee,
i libri e i grandi ideali; attraverso la scissione egli separa gli oggetti
“buoni” da quelli “cattivi” e razie all’identificazione proiettiva egli
proietta sui genitori e alcuni adulti la sua aggressività.
Il processo adolescenziale può avere esiti
diversi; si può parlare di adolescenza normale quando il ragazzo diviene
progressivamente adulto, di adolescenza ritardata quando il giovane mantiene
ancora per molti anni le difese dell’età di latenza, di adolescenza prolungata
quando egli evita di fare scelte definitive (è il caso degli studenti che
studiano sino a circa trent’anni), di adolescenza sacrificata quando è costretto
ad entrare nel mondo del lavoro in giovane età, di adolescenza dissociale
quando l’adolescente idealizza ciò che la società disapprova, e infine si parla
di adolescenza deviante, quando il ragazzo diventa tossicodipendente e/o
alcoolista.
Un modello
descrittivo del comportamento interpersonale applicabile al rapporto genitori
figli.
In ambito clinico alcuni studiosi contemporanei
hanno focalizzato l’attenzione sul comportamento interpersonale. Essi partono
dal presupposto che una parte preponderante del disagio psichico ha origini
nelle relazioni tra le persone, e che quindi una più profonda conoscenza delle
modalità relazionali (soprattutto quelle tra genitori e figli) offra
l’occasione per gestire in modo efficace i processi relazionali al fine di
mantenere e sviluppare il benessere psicologico.
Pensiamo che nel lavorare alla programmazione di
interventi capaci di stimolare la crescita della persona, questi presupposti
teorici risultino di grande utilità. Si accoglie l’idea che gli elementi cognitivi
non solo risentono di quelli emotivi nel determinare la scelta e la presa di
decisione da parte del ragazzo, ma che insieme divengono più facilmente noti e
gestibili dal soggetto facilitando il processo decisionale stesso, nel qui e
ora della relazione. Il rapporto umano viene quindi valorizzato nel
riconoscimento della sua potenza durante e per l’intervento educativo. Il
modello interpersonale ci consente infatti di rapportarci alla persona nella
sua globalità, e di sviluppare le sue risorse agendo come
"Proponenti" nella relazione stessa.
Il modello ASCI (Analisi Strutturale del
comportamento Interpersonale) elaborato da L. S. Benjamin (1979), serve per
analizzare il comportamento che si instaura tra due o più persone quando si
relazionano tra di loro mediante la comunicazione verbale e non verbale (P.
Scilligo, 1993). Esso è stato messo a punto con lo scopo di sensibilizzare i
professionisti del benessere delle persone a fare uso di una metodologia di
prevenzione, intervento e sviluppo.
Poiché l’obiettivo qui è quello di: a)
individuare i comportamenti da promuovere nel genitore durante l’intervento
educativo con soggetti adolescenti; b) mostrare la loro utilità nel rendere
efficace l’intervento educativo stesso; facciamo riferimento alla psicologia
dei rapporti umani (L’Analisi transazionale; 1990), e in particolare ai tre
grafici degli Stati dell’Io (Fig.1, 2, 3), per comprendere in che modo il
genitore può facilitare l’emancipazione del ragazzo, gestendo le proprie
modalità relazionali.
I primi due grafici (Fig. 1; Fig. 2) mostrano le
descrizioni prototipiche degli Stati dell’Io Relazionali, rispettivamente il
"Proponente" e il "Rispondente"; il terzo (Fig. 3) gli
Stati dell’Io Sé della superficie dell’introietto.
È importante sottolineare che "l’introietto
corrisponde a quello che la persona interiorizza come risultato del rapporto
tra Altro e Sé e riflette i principi di azione relazionale verso se
stesso" (P. Scilligo, 1993). In altre parole il concetto fondamentale che
guida la mia tesi, è che i comportamenti (descritti nella Fig. 3) sono il
"precipitato" della relazione che ha avuto luogo con i diversi
Proponenti e Rispondenti della vita quotidiana. Osservando i grafici è
possibile riscontrare una corrispondenza topografica tra le tre superfici, che
permette di individuare le risposte corrispondenti (Fig. 2) ai comportamenti
proposti dal Proponente (Fig. 1) e il risultato sull’Introietto del ragazzo
(Fig. 3). In riferimento alla relazione genitore " figlio adolescente, ciò
significa che il proponente (genitore) determina risposte complementari nel
rispondente (ragazzo) che inducono posizioni complementari nell’Introietto del
ragazzo stesso.
Per es. il genitore (Fig. 1) utilizza il
comportamento 141. "Pensa che vado bene cosi come sono, mi accetta cordialmente,
mi ama, mi calma, mi accoglie cordialmente."; la risposta del ragazzo
(Fig. 2) sarà il comportamento 241. "Affettuosamente godo di stare con
lui, accetto il suo aiuto e le sue attenzioni, con fiducia conto su di
lui."; questa relazione induce la posizione esistenziale nel ragazzo 341.
"Accetto attenzioni e affetto, mi lascio aiutare, godo di persone e
situazioni che mi danno soddisfazione". Osservando i tre grafici, rispetto
alla possibilità di crescita personale, possiamo dire che i due quadranti della
parte destra descrivono comportamenti che favoriscono la crescita, quelli della
parte sinistra descrivono comportamenti che al contrario portano al
disorientamento.
I paragrafi successivi focalizzeranno l’attenzione sui compiti
evolutivi dell’adolescente e sui compiti corrispondenti dell’orientatore
nel facilitare il raggiungimento degli obiettivi specifici ad ogni
compito in modo tale da contestualizzare l’applicazione dell’ASCI.
Fig. 1. Comportamento interpersonale del genitore (Proponente). Presupposto:
Genitori sani crescono figli sani, genitori malati (attaccanti/trascuranti)
crescono figli malati (attaccanti/trascuranti). I quadranti 1 e 4 sono i
quadranti della Salute, i quadranti 2 e 3 sono i quadranti della Malattia.
Fig. 2. Il comportamento interpersonale del figlio in risposta a quello del
genitore.
Fig. 3. L’Introietto del figlio,
ovvero il Modello Operativo Interno del Figlio. (come il figlio si comporterà
con se stesso)
Compiti
evolutivi dell’adolescente e compiti del genitore per facilitarne la crescita.
Potenziare
la fiducia in se stessi
È molto frequente che i genitori si trovino di
fronte a figli che, confrontandosi via via in modo più intenso con persone e
contesti differenti da quelli d’origine, ottengano disconferme dall’ambiente
rispetto a caratteristiche personali e a volte a se stessi nella globalità. È
molto importante che questi messaggi inviategli non siano
"rafforzati", perciò risulta un compito educativo importante con
l’adolescente quello di spingerlo a scoprire quali sono i suoi reali bisogni
oltre che a trovare dei modi diretti per soddisfarli, aiutandolo ad uscire
dalla posizione esistenziale "io non sono ok" (Berne, 1998). Nelle
fasi precedenti dello sviluppo il ragazzo ha appreso delle abilità; esse sono
utilissime perché lo aiutano a prendere iniziative con più sicurezza, a sapere
ciò di cui ha bisogno, a distinguersi dagli altri e a valutare la realtà che lo
circonda. Attraverso l’uso di queste abilità di base egli può agire
costruttivamente per realizzare i suoi desideri; attraverso la guida e il
sostegno del genitore può cogliere dove apprendere ad usare, integrare e
ristrutturare ciò che ha già fatto. È molto importante che il ragazzo viva una
profonda fiducia in se stesso, in modo da poter far fronte alle situazioni e
aprirsi alle possibilità; sapere che può contare su adulti disponibili ad
accogliere molte richieste può risultare di grande aiuto per lui. Occorre
ricordare che molti ragazzi dedicano molto tempo a persone estranee al gruppo
familiare, ritenute da loro autorevoli, mettendole alla prova per capire quanto
ci si può fidare di loro (J. Clarke; 1978). È importante dare loro fiducia e
ciò si può fare facilmente se si permette loro di affrontare i rischi e se si
riconosce il valore della loro intuizione, anche se è necessario offrire
strumenti e informazioni su come possono selezionare ciò per cui sono
maggiormente motivati e interessati.
Possiamo individuare dei messaggi da inviare per
sviluppare la fiducia. È importante tenere presente che questi ed altri
messaggi possono essere inviati sia a livello verbale sia a livello non verbale,
occorre quindi che il genitore abbia una buona consapevolezza di se stesso e dei
significati dei messaggi che invia durante la relazione con il figlio.
Analizzandoli nel dettaglio possiamo esprimerli con le seguenti frasi:
- "hai il diritto di essere qui"
- "non devi mascherarti per essere
accolto"
- "puoi esprimere perplessità e ricevere
comunque sostegno";
- "impara a fidarti delle tue intuizioni e
di te stesso".
Rinforzare
l’Esplorazione
Gli adolescenti si trovano costretti ad esplorare
in continuazione se stessi e il mondo, a causa dei rapidi mutamenti fisici ed
emotivi che sperimentano, i quali, spesso causano un profondo senso di
disorientamento. J. Klarke (1978) sottolinea che la domanda di disponibilità
fatta all’adulto da parte del ragazzo è massiccia; questa richiesta, a volte
esplicita altre volte implicita, può essere sfruttata dal genitore, soprattutto
in relazione al fatto che i ragazzi esplorano, assieme al proprio corpo e alla
propria immagine, le proprie risorse. Essi sono particolarmente recettivi ad
acquisire dei modi per sviluppare le abilità, facendo nuove esperienze
indipendentemente dai propri familiari.
Tali esperienze permetteranno loro di rispondere
a quesiti come per es: "cosa farò della mia vita?", che
frequentemente essi stessi si pongono, e che, come abbiamo visto, sono legati
al rapido sviluppo del pensiero astratto e al fatto che stanno costruendo la
propria autonoma identità. Lo sperimentare direttamente agendo sul mondo
permetterà loro di utilizzare le capacità legate al pensiero concreto
sviluppate nelle fasi precedenti e ormai collaudate.
La padronanza delle competenze acquisite
precedentemente permetterà loro di rafforzare il senso d’autoefficacia,
necessario per affrontare in futuro situazioni più rischiose (perché meno
note).
In relazione al bisogno d’esplorazione è
importante che Il genitore invii dei messaggi che lo rispettino e anzi
rafforzino questo bisogno, dato che esso si traduce nella motivazione ad agire
verso qualcosa, cioè nella forza propulsiva a fare.
I permessi da dare al ragazzo per facilitare lo
sviluppo motivazionale sono i seguenti:
- "Puoi essere curioso e intuitivo";
- "Puoi avere iniziative e fare
proposte";
- "Puoi fare le cose autonomamente e
ricevere contemporaneamente sostegno";
- "Puoi chiedere aiuto se ti trovi in
difficoltà dopo aver deciso di fare da solo";
- "Riuscirai a fare bene le cose che ti
piacciono perché hai le risorse per farle"
- "Se senti che c’è qualcosa che non va in
ciò che fai, ascoltati e osserva come lo fai, per poi selezionare ciò che fai
meglio".
Permettere
la Separazione
Abbiamo visto come la fase dell’adolescenza sia
caratterizzata da una progressiva separazione dalle figure di riferimento
precedenti, nel tentativo di differenziarsi e costruire la propria originale identità.
Gli adolescenti di 14-15 anni sperimentano spesso la loro indipendenza creando
delle occasioni per verificare se stanno bene "separati"; questo
processo è funzionale alla loro differenziazione rispetto alle persone adulte
dalle quali in passato sono dipesi in maniera massiccia, e pone le basi per
l’individuazione di una propria identità autonoma. Al genitore capita che la
sua disponibilità ad offrire supporto non sia accolta favorevolmente dal
ragazzo, molto probabilmente a causa del ruolo istituzionale che egli ricopre
agli occhi dello stesso. Nonostante ciò l’adolescente ha bisogno di ricevere
supporto e di sapere che ci sono delle persone cui può fare riferimento quando
ne ha bisogno.
È molto importante, affinché l’esperienza della
separazione sia utile alla sua crescita, che egli contatti le conseguenze del
proprio agire: mentre osserva gli effetti del proprio comportamento su se
stesso, sugli altri e sulle cose, egli si allena a sviluppare la capacità
critica e a diventare consapevole della realtà in cui vive,
responsabilizzandosi.
Spesso l’adolescente sembra impegnarsi nel
"dimostrare" al mondo la propria indipendenza, e ciò accade
frequentemente in situazioni di gruppo; i suoi comportamenti in questo caso
sono caratterizzati da ribellione, ostinazione, negatività e confusione.
Davanti a questi atteggiamenti gli adulti possono
sperimentare un senso di difficoltà e rispondono nella maggior parte dei casi o
con l’estremo permissivismo, che ha le caratteristiche della compassione, o con
la rabbia, entrando in un braccio di ferro che porta come conseguenza un
tornaconto per entrambi nei termini di insoddisfazione e impotenza. In tutti e
due i casi il messaggio che l’adulto invia al ragazzo è: "tu non vai
bene", che ha come effetto il rinforzo del senso di inadeguatezza e la
difficoltà a separarsi e a individuarsi. È importante trovare delle strategie
di intervento di grande impatto sia emotivo sia cognitivo sul ragazzo, che
permettano di verificare piccoli cambiamenti immediati.
Possiamo individuare dei permessi per
"pensare" e per "sentire", attraverso i quali vengono
rinforzati rispettivamente la capacità di pensare e di sentire; possono essere
utilizzati da tutti gli educatori e in particolare dai genitori; si trovano
contenuti nelle seguenti affermazioni:
- "Accetto il fatto che non sei un bambino e
che sei più autonomo rispetto al passato";
- "Puoi esaminare gli effetti delle tue
azioni su gli altri, che potrebbero anche decidere di andarsene se non stanno
bene con te";
- "Puoi separarti da me e pensare con la tua
testa";
- "Non ho paura della tua rabbia";
- "Puoi cogliere dalle tue sensazioni ciò
che vuoi e ciò che ti serve per stare bene";
- "Puoi fidarti di ciò che pensi, dato che
hai la capacità di ragionare";
- "Puoi cercare ciò che ti serve da solo,
non è necessario che io cerchi tutto per te";
Facilitare
la Costruzione
Mentre i ragazzi sviluppano il pensiero logico,
raccogliendo dati e informazioni, si esercitano, spesso con entusiasmo, a
trovare relazioni tra eventi; elaborano reti di significati sempre più
complessi e arrivano a conclusioni più sofisticate e sottili. Dai 16 ai 20 anni
circa, decidono cosa è bene e cosa è male, cosa è importante e cosa insignificante,
anche nei termini della realizzabilità di piani e progetti personali. È
presente nell’adolescente uno sforzo incessante di diventare maturo, adulto e
indipendente.
Egli è pronto a fare cose sempre più complesse in
modo autonomo, anche se continua ad avere bisogno di protezione, è maggiormente
consapevole dei propri desideri e della possibilità o meno di realizzarli,
perché ha raffinato la capacità di distinguere se stesso con i propri desideri
e pensieri dai fatti e dalla realtà esterna.
È molto importante che il ragazzo abbia la
possibilità di ricorrere in modo critico alle regole che gli sono state
proposte, sia che derivino dalla famiglia, dalla scuola, o dagli amici, per
gestire le proprie emozioni e modulare il proprio comportamento e i piani
d’azione complessi, mantenendo un senso di coesione personale.
Le regole gli possono essere d’aiuto per sentirsi
sicuro in diversi contesti, siano essi contesti formativi, lavorativi, sportivi
ecc, per meglio gestire i confini tra se e gli altri e per sperimentare la
propria individualità. E’ molto importante però che egli, assieme alla
possibilità di conoscere nuove norme, rivaluti criticamente le norme apprese in
passato e decida poi quali accettare, al fine di far proprie solo quelle che
rientrano nel proprio sistema di valori.
Questo processo di costruzione lo aiuta a
superare la confusione e a orientarsi anche riguardo alla propria vita futura,
vedendo una direzione che gli deriva dalla percezione di sé come più integrato.
I messaggi legati alla Costruzione sono i
seguenti:
- "Ascolta i tuoi sentimenti prima di agire
e di trarre conclusioni";
- "Puoi pensare e riflettere sulle
conseguenze delle tue azioni";
- "Puoi riflettere prima di fare tua una
determinata regola";
- "Puoi avere i tuoi principi morali";
- "Non è necessario che tu soffra per
ottenere ciò che ti occorre";
- "Puoi fare le cose a modo tuo";
- "Puoi costruire un tuo personale progetto
di vita, dato che hai tutti gli strumenti per farlo".
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