Ognuno di noi ha una propria personalità, cioè un suo modo
caratteristico, unico, stabile nel tempo e riconoscibile di dare
significato agli eventi della propria vita e del mondo che lo circonda,
di trovare soluzioni ai problemi, di mettersi in relazione con gli
altri , di reagire a determinate situazioni.
La personalità è quindi quell’insieme di caratteristiche con cui
noi ci definiamo ai nostri stessi occhi e agli altri. E’ quella cosa
che ci fa dire: “Sono fatto così”, “E’ il mio carattere”, “Sono sempre
stato così”.
Ma anche affermare che qualcuno ha “Una forte personalità”, piuttosto
che “E’ una persona timida”, “E’ una persona pignola”, “E’ troppo
impetuoso”.
Le caratteristiche che danno forma alla nostra personalità sono per
lo più viste come “egosintoniche”, cioè come qualcosa che fa parte di
noi, che non costituisce un problema. In alcuni casi può accadere
invece che ci lamentiamo per alcuni aspetti come ad esempio l’eccessiva
timidezza piuttosto che per essere “un precisino, meticoloso”.
Avvertiamo cioè questi aspetti come “egodistonici”, vorremmo essere un
po’ diversi perché magari questi tratti ci creano qualche difficoltà
sul lavoro o nelle relazioni.
Fin qui potremmo dire “tutto bene”, non c’è particolare sofferenza, si è
capaci di vivere la nostra vita affettiva e di relazione, di avere e
mantenere un’attività lavorativa, di perseguire i nostri interessi e
scopi. Ci saranno inevitabilmente momenti di crisi, di difficoltà,
problemi da affrontare, sconforto, delusioni o paure ma…così è la vita.
Ci sentiamo in fondo capaci di affrontarle, talvolta rendendoci conto
che qualcosa in noi è cambiato, che l’esperienza ci ha fatto “crescere”
in qualche modo, ha acuito o smussato qualche nostro tratto.
Cos’è un Disturbo di Personalità
Alcune persone mostrano delle caratteristiche nelle reazioni agli
eventi, nell’eccessiva emotività spesso incontrollabile e
drammaticamente espressa, nell’instabilità delle relazioni affettive,
nell’incapacità di mantenere un’attività lavorativa o di perseguire con
costanza un interesse o uno scopo, nell’eccessivo isolamento sociale o
al contrario nell’eccessiva dipendenza dagli altri che indica un forte
disagio interiore ed una compromissione della loro funzionalità
sociale.
Si parla di Disturbo di Personalità per indicare un modello di
esperienza interiore e di comportamento marcatamente diversi da quelli
del contesto sociale e culturale cui la persona appartiene, che è
rigido, difficilmente modificabile dalle esperienze di vita e applicato
quasi indiscriminatamente nelle più diverse situazioni; si presenta
fin dall’adolescenza o nella prima età adulta; è stabile nel tempo e
determina disagio o menomazione.
Usualmente tali modalità sono vissute come “egosintoniche” per cui
non si fa niente per cercare di modificarsi, non si chiede aiuto. Ma
l’esperienza di disagio spesso aumenta perché queste modalità di
entrare in rapporto con il mondo e con gli altri in qualche modo si
rinforzano peggiorando la situazione.
Prendiamo ad esempio una persona che ci appare come molto
introversa, timida, schiva. Facciamo conto che sia un nostro collega di
lavoro, saluta a malapena, non si unisce agli altri nelle pause caffè
per fare due chiacchiere. Sarà inevitabile che dopo qualche tentativo
non riuscito di coinvolgerlo, non lo si inviti più nel gruppo, sembra
quasi di intromettersi nella sua riservatezza, di essere scortesi a
rompere il suo silenzio e il suo apparente bisogno di isolamento.
Se proviamo, come in un film, a focalizzarci sull’esperienza
interiore di questo signore, ci renderemmo conto che essa è
caratterizzata da sentimenti di inadeguatezza, paura del giudizio e del
rifiuto dei colleghi. Nella sua mente passano pensieri come “Se mi
conoscessero bene si accorgerebbero della mia inferiorità e mi
rifiuterebbero”, “Sono incapace e indesiderabile”, “ Gli altri possono
solo criticarmi e svalutarmi, meglio tenerli a distanza”. Ed infatti
gli altri finiscono per tenerlo veramente a distanza, confermando così
le sue credenze ed aumentando il suo disagio interiore perché c’è il
desiderio di condivisione con gli altri ma una sorta di impossibilità a
realizzarlo.
Si creano cioè, in questo caso come nella maggior parte dei Disturbi di
Personalità, dei circoli viziosi disfunzionali, caratterizzati
dall’incapacità di rendersi conto del proprio contributo a ciò che sta
accadendo e che sempre di più renderà la vita di relazione
problematica.
Cosa fare?
Proprio per il carattere egosintonico dei tratti di personalità, difficilmente la persona che ne soffre chiede aiuto.
Ciò accade quando si presentano dei sintomi.
A lungo andare infatti è probabile che questa modalità di funzionare
esprima il disagio, la sofferenza, con disturbi ansiosi o depressivi
oppure che si ponga il problema di relazioni personali molto difficili,
sofferte, problematiche, spesso non chiare. O ancora che venga
avvertito il problema di non riuscire a raggiungere i propri scopi, di
non trovare soddisfazione in nessuna attività. In altre parole che
assuma delle caratteristiche egodistoniche e spinga la persona a
cercare di cambiare.
La psicoterapia costituisce il trattamento d’elezione per i disturbi
di personalità; la terapia farmacologia ha un suo ruolo specifico per
le manifestazioni sintomatiche che lo accompagnano.
La psicoterapia cognitivo-comportamentale, così come l'Analisi Transazionale Sociocognitiva e la Terapia Breve Strategica sono tra le psicoterapie più efficaci nel
trattare i Disturbi di Personalità.
Dal momento che la personalità è un complesso
insieme di modalità affettive, comportamentali, relazionali, di
pensiero, l’intervento terapeutico, sempre discusso e concordato con la
persona che si rivolge allo psicoterapeuta, si propone di affrontare
quelle convinzioni su di sé e sul mondo che appaiono più rigide e
disfunzionali, di aiutare ad essere più consapevoli delle proprie
emozioni e reazioni comportamentali per meglio padroneggiarle, di
acquisire consapevolezza di quei cicli disfunzionali che vengono messi
in atto nelle relazioni con gli altri e che alla fine sono fonte di
sofferenza e mantenimento della stessa.
Più ancora che per altri disturbi come attacchi di panico, ansia, fobie
o episodi depressivi, le persone con Disturbo di Personalità in grado
di trarre il massimo beneficio dalla psicoterapia sono quelle più
motivate a cercare e ottenere aiuto per risolvere i propri problemi e
disposte a vedere con occhi diversi ciò che fino a quel momento hanno
dato per scontato perchè “Sono fatto così”.
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